"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.

Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII
del re indiano Ash
oka
(III secolo a.C.

 

La dimensione contemplativa della vita.
La meditazione nella tradizione buddhista, cristiana e induista

Seminario interreligioso

Roma, 7 maggio 2022

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Sabato 7 maggio si è svolto a Roma, presso il Centro congressi Aurelia, il seminario interreligioso "
La dimensione contemplativa della vita. La meditazione nella tradizione buddhista, cristiana e induista", frutto di un tavolo di dialogo che da alcuni anni l’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI) porta avanti con l’Unione buddhista italiana (UBI) e l’Unione induista italiana (UII). Rinviato per due anni causa Covid-19 e finalmente realizzato ora in presenza, questo importante seminario ha visto anche il nostro Dialogo interreligioso monastico (DIM) quale sponsor e sostegno nella sua organizzazione. Un bel gruppo di membri del nostro gruppo italiano era presente tra il centinaio di partecipanti.

Un frutto benedetto del dialogo è primariamente l’approfondimento della conoscenza reciproca, e questa porta con sé – sempre – anche l’umile riconoscimento dell’ignoranza che ciascuna via religiosa ha dell’altra. Un tema maggiore attorno al quale tutti noi – cristiani, induisti e buddhisti – certamente riconosciamo un’ignoranza condivisa è quello della meditazione. Su questo tema ci sentiamo dunque oggi chiamati ad un confronto serio e approfondito, consapevoli che la meditazione sta al cuore delle nostre vie spirituali e costituisce un terreno di incontro profondo tra i loro praticanti. Un ascolto comune, insieme, gli uni di fronte agli altri, dei metodi e delle pratiche di meditazione che le differenti vie religiose da secoli propongono non può che rispondere alla necessità odierna di riscoprirle e di meglio conoscerle, per poter riappropriarsi di tesori spirituali spesso trascurati e così entrare in un rispettoso e fecondo confronto, anche in vista di una possibile ospitalità reciproca.

Come è possibile vedere dal programma, i lavori sono stati aperti dal direttore dell’UNEDI e dai saluti del segretario del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, del presidente dell’UBI e del presidente dell’UII. Il percorso di riflessione seminariale, ricco e intenso, presentato nell’introduzione ai lavori offerta dal coordinatore del DIM Italia, si è articolato in tre sessioni, corrispondenti alle tre tradizioni: quella buddhista (al mattino), quella cristiana e quella l’induista (nel pomeriggio). Per ciascuna via religiosa, tre interventi hanno sintetizzato la natura, i mezzi e gli scopi della meditazione così come proposti all’interno di quella tradizione. Insigni studiosi, maestri spirituali, monaci di ordini tradizionali e praticanti riconosciuti ci hanno introdotto alla natura specifica dei diversi metodi e delle secolari pratiche di meditazione e di contemplazione proprie di ciascuna delle tre vie spirituali.

Queste tre parti sono state precedute da un’ampia e stimolante relazione introduttiva, che ci ha offerto il quadro e il clima in cui la nostra riflessione sulla dimensione contemplativa della vita può divenire un luogo di incontro interreligioso. A questa “ouverture”, offerta da un teologo cristiano, si sono accostati due brevi “contrappunti”, invero assai consonanti, offerti da una voce buddhista e da una voce induista.

La giornata si è chiusa con un intervento conclusivo, affidato a una teologa che da molti anni vive e riflette interreligiosamente, che ha avuto un duplice scopo: da una parte, offrire uno sguardo sintetico sul percorso fatto oggi insieme e, dall’altra aprire al futuro, vale a dire all’individuazione di un percorso attraverso il quale sviluppare ulteriormente il tema, soprattutto in prospettiva teologica e spirituale. Sappiamo bene come nel nostro contesto sociale e religioso contemporaneo si registra – tra l’altro – una più vicina compresenza di pratiche di meditazione di diverse tradizioni, l’accresciuto interesse da parte cristiana per le pratiche di meditazioni “orientali”, e, talora, la loro assunzione da parte di un crescente numero di cristiani. Ciò invita tutti, ma in particolare i cristiani, a una lettura attenta e fiduciosa insieme a un discernimento aperto e libero, ma al contempo sapiente e fondato, di tali fenomeni.

fr. Matteo Nicolini-Zani

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