“Come un ruscello fresco dalle acque
trasparenti” Visita fraterna al Matha Gitananda
Ashram
2 giugno 2016
di fr. Andrea
Serafino Dester (Koinonia de la Visitation,
Rhèmes-Notre-Dame, AO)
Pubblichiamo
un resoconto della recente giornata di dialogo organizzata dal Gitananda
Ashram
di Altare, a cui ha partecipato una nutrita delegazione del DIM. A proposito
una sorella monaca ci scriveva: “Voglio dire la grande gioia che ho avuto
nell'incontro ad Altare … Sono state ore belle di condivisione e stupore per
quello che hanno realizzato ad Altare … Davvero ringrazio il Signore che con il
DIM mi ha dato il modo di conoscere tanti e tante”.
Giovedì 2 giugno ci
siamo ritrovati in una dozzina tra monaci e monache al Matha Gitananda Ashram
di Altare (SV) per un evento di dialogo interreligioso organizzato intorno alla
figura di Shri Adi Shankara, grande mistico e maestro del medioevo indiano,
codificatore degli ordini monastici indù e fondatore di importanti monasteri (matha).
L’appuntamento era
per le 10:30 e, provenienti da diverse parti dell’Italia centro-nord, ci siamo
ritrovati puntuali, pur nell’occasione del ponte che ha messo in circolazione
verso il mare tante auto, insieme alle monache e ai monaci dell’Ashram che ci
hanno subito accolti con una breve, ma gradita colazione.
Con la guida di sv.
Hamsananda ci siamo quindi immersi nell’ambiente del monastero collocato
sull’Appennino ligure, compiendo un vero pellegrinaggio, attraverso i vialetti del
bellissimo giardino dell’Ashram, verso il Tempio dedicato alla Divina Madre
Shri Lalita Mahatripura Sundari. Nel compiere il pellegrinaggio, ci siamo
soffermati sulla ricca rappresentazione iconografica che accompagna il percorso
del pellegrino verso il Tempio, percorso costellato da numerose statue ciascuna
raffigurante una delle divinità indù nelle sue molteplici rivelazioni. Sv.
Hamsananda ci ha introdotto ai diversi miti che narrano la storia delle
divinità, spezzandocene i significati spirituali e coinvolgendoci
particolarmente su questa via di ricerca del Trascendente.
Prima di entrare nel
Tempio, per unirci alla preghiera delle nostre sorelle e dei nostri fratelli
indù, siamo saliti fino al roseto che “alimenta” le tante offerte floreali che
si fanno quotidianamente alle divinità, visitando anche la campana della pace,
segno forte della volontà dell’Ashram di essere luogo di dialogo che irradia
pace.
Nel Tempio, entrati
letteralmente in punta di piedi (cioè a piedi scalzi, per il dovuto rispetto che
si deve al luogo abitato dalla Presenza), abbiamo trovato alcune monache che
cantilenavano le preghiere, creando un clima sonoro che unitamente al profumo
dell’incenso ci ha permessi subito, pur provenendo da tradizioni religiose
diverse, di essere in comunione tra di noi e con il Trascendente. Nel Sancta sanctorum, ovvero quello spazio
chiuso interno al Tempio e centro vitale, vi era sv. Yogananda Giri, il
fondatore e maestro della Comunità, che svolgeva i riti propri. Al termine
della preghiera un’esplosione di suono delle campane e di due grosse conchiglie
soffiate da due monaci, ha segnato l’apertura del portale del Sancta sanctorum e sv. Yogananda Giri ha
portato a tutti noi il fuoco segno di benedizione del Divino a cui ciascuno ha
attinto. Ad ognuno è stata poi data una sciarpa arancione come gesto di
accoglienza ed altri doni. Insieme a noi era presente anche un mauriziano,
guida spirituale della comunità indù delle Isole Mauritius, che accompagnava
dei mauriziani, che vivono in Italia, nel loro pellegrinaggio al Matha
Gitananda Ashram.
L’esperienza della
preghiera al Tempio ci ha veramente coinvolti tutti, monache e monaci,
facendoci fare esperienza forte della Presenza; mi sembra che queste parole,
che prendo a prestito dalla tradizione indù, traducano bene ciò che abbiamo
vissuto:
Io
medito nel loto del mio cuore sulla Divina Madre la cui forma ha lo splendore
del sole nascente, le cui mani sono tenute nel gesto di dare protezione e
prosperità, la cui forma è l’incarnazione della pace e il cui volto sorridente
è come un loto sbocciato (Stotranjali).
Dopo un pranzo
naturalmente vegetariano, ma veramente speciale per le deliziose pietanze e per
il servizio fraterno, interrotto dall’arrivo di Raffaello che giungeva da una
visita in Thailandia (ne abbiamo gustato alcuni “frutti”), ci siamo spostati
nella sala degli incontri per vedere un film sulla vita di Shri Adi Shankara,
ma prima abbiamo potuto incontrare sv. Yogananda per un colloquio fraterno a
partire dalle domande di alcuni di noi. Ebbene, il clima molto bello che si è
creato ha fatto si che l’incontro, che doveva essere
breve per lasciare spazio alla visione del film, si è trasformato in un dialogo
fraterno molto intenso e lungo, tanto da far saltare i programmi... Alle 17:30
infatti abbiamo chiuso l’incontro accompagnato da un chai (tè speziato indiano) con la promessa di ritrovarci al Matha
Gitananda Ashram per poter “recuperare” la visione del film!
Ciò che ho colto nel
dialogo con il maestro è che il linguaggio, che tra noi è scorso come un
ruscello fresco e dalle acque trasparenti, è nella sua essenza così vicino
tanto che le forme che veicolano il contenuto non sono più un ostacolo alla
reciproca comprensione… pur rimanendo delle differenze, marcate per esempio dai
nostri abiti, quando si dialoga a cuore aperto e nella verità l’armonia è
possibile: forse è il segno profetico che il mondo attende dai monaci!